Non
consiglierei a nessuno d’essere come me: troppa sensibilità, troppo
provare, troppo sentire, troppo percepire, troppo immaginare, troppo
desiderio.
Non consiglierei a nessuno d’essere come me: troppo fiduciosa, ingenua, spontanea, impulsiva.
Desidererei guardare le cose secondo la loro misura, senza il bisogno
di ingigantire sempre tutto. Perché, per quelle come me, è un guaio.
Quelle come me, e non consiglio di
esserlo,si sentono mancare l’aria ogni giorno per un’attenzione in meno,
per una carezza in meno. Quelle come me sopportano e si tengono tutto
l’amaro dentro. Quelle come me implodono ogni giorno e poi mostrano il
loro più bel sorriso.
Quelle come me sono difficili, complesse,
inseguono sogni immaginari. Parlano da sole, nel silenzio della notte,
sperano e hanno gli occhi lucidi al sorgere di una nuova alba.
Quelle come me sono così: forti nel corpo da possedere la fragilità dell’anima.
E fanno finta di credere alle bugie, alle speranze, ai sorrisi di
circostanza, quelle come me . Ma più di tutto, le riconosci dagli occhi.
Sono il portale della vita, sono pensieri, parola, cuore, felicità,
chiarore, buio, ansia, malinconia.
Più di tutto quelle come me le
riconosci perché non sono quasi mai le prime ad abbracciare, a dire
parole dolci, ma sarebbero in grado di amare fino a distruggersi.
Quelle come me, quando amano, amano forte, si svelano, si spogliano, si
riconoscono. Hanno un cuore troppo grande e colmo di cose amabili. E
danno, danno troppo.
Hanno mani fiduciose, sguardo perso, sempre alla
ricerca di qualcosa e quel pizzico di malinconica allegria che profuma
l’anima…"
Trinacria.
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Non giudico le persone dai loro errori ma dalla loro voglia di rimediare. (Bob Marley)